Maria Teresa Letta
Lady Letta e i fondi
della Croce Rossa: nuova indagine
A Roma aperto un fascicolo per abuso d'ufficio: con una lettera si chiedeva di rimuovere un maresciallo "scomodo"
Maria Teresa Letta, presidentessa del Comitato regionale Croce Rossa Abruzzo
Per allontanare Vincenzo Lo Zito, lo scomodo maresciallo che da anni denuncia le irregolarità della Croce Rossa, Maria Teresa Letta, presidentessa del comitato regionale Croce Rossa Abruzzo, aveva pensato di rivolgersi a qualcuno che potesse intervenire, facendo il lavoro al posto suo. Così aveva mandato una lettera a Pietro Ridolfi, ispettore nazionale corpo militare Cri, che a lei doveva anche un favore. Un comportamento questo che potrebbe essere penalmente rilevante secondo la Procura di Roma, tanto che è stato aperto un fascicolo per abuso d’ufficio. Il titolare è il pm Erminio Amelio, che fino ad ora non ha scritto alcun nome nel registro degli indagati. Tuttavia qualora fossero verificate le responsabilità penali, potrebbero finire nel mirino degli inquirenti alcuni dirigenti, oltre che la stessa Letta firmataria delle lettere oggetto di interesse da parte dei magistrati.
O me o lui. Quindi me. È questo il senso della lettera di Maria Teresa Letta. Era infatti il 7 gennaio del 2008 quando la presidentessa scriveva a Ridolfi: “Siccome l’avvocato mi dice che c’è incompatibilità tra me e lui (Vincenzo Lo Zito, ndr) data la denuncia stessa, prego di provvedere all’allontanamento immediato del dipendente militare che ha già tanto danneggiato il nostro comitato regionale”. E poi sembra ricordare all’amico qualche favore fatto in passato, del quale la Letta chiedeva ora il conto: “Resto in attesa di comunicazioni urgenti al riguardo facendo presente che a una richiesta di mio intervento in favore di un militare Cri da lei segnalatomi, la mia risposta è stata concreta e immediata! Buon anno e faccia in modo che anche per noi possa essere un buon anno”. E con questa sorta di augurio che somiglia a un sollecito ad agire si chiude la lettera, alla quale ne è seguita una seconda appena 10 giorni dopo, ossia il 18 gennaio, dove si sottolineava ancora l’urgenza di un trasferimento per Lo Zito.
Documenti questi che adesso sono finiti nel fascicolo del procuratore Amelio, aperto su richiesta del gip Anna Maria Fattori che ha dovuto decidere, solo pochi mesi fa, su un procedimento proprio a carico di Vincenzo Lo Zito. Il maresciallo infatti era stato denunciato dai revisori dei conti della Croce Rossa per calunnia in seguito alle dichiarazioni fatte a loro riguardo. Era stato lui a chiamarli per fare alcune ispezioni sui conti. Ma, secondo Lo Zito, pur riscontrando una serie vistosa di lacune amministrative, non si preoccuparono di infliggere una sanzione o di segnalare la cosa a chi di dovere, ovvero la Corte dei Conti. L’unica conseguenza dell’ispezione fu appunto una querela. Il Maresciallo dichiarò infatti che i tre avrebbero conservato il verbale con mesi di ritardo lasciandolo incompleto, e inoltre non sarebbero tornati mai più a controllare la situazione. E fu sempre Lo Zito a dire di averli visti quel giorno stesso dopo un pranzo con la Letta. Per questo è stato denunciato, ma nei suoi confronti il gip Anna Maria Fattori, nonostante la richiesta di rinvio a giudizio del pm Francesco Caporale, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere, e disposto alla procura di Roma la trasmissione di quegli atti che secondo lei potevano essere penalmente rilevanti.
E infatti nelle motivazioni della sentenza del gip si ribadisce che: “La missiva dell’8.1.2008 sottoscritta dal presidente del comitato regionale Abruzzo Maria Teresa Letta al colonnello Pietro Ridolfi è prova evidente di come i rapporti tra Lo Zito e la Letta si fossero a tal punto logorati da determinare quest’ultima a sollecitare con modalità, termini e richiami (che invero paiono meritare attenzione al fine di valutarne la penale rilevanza) “l’allontanamento immediato del dipendente militare”, ricordando al destinatario della richiesta come “un suo intervento in favore di un militare” già segnalato alla Letta dal colonnello Rinolfi “avesse avuto concreta e immediata risposta”. E ancora: “Talmente alto era il grado di esasperazione dei rapporti tra la Letta e Lo Zito da indurre la prima a nuova missiva ad alte autorità militari della cri alle quali si rivolgeva con termini assolutamente non consoni se non palesemente irrispettosi del grado e della gerarchia militare”. Ed ora, proprio partendo da questa, che gli inquirenti cercheranno di fare chiarezza sulla gestione della Croce Rossa in Abruzzo oltre che sui tentativi di spostare i propri funzionari un po’ come le pedine di una scacchiera.
di Valeria Pacelli
da Il Fatto Quotidiano del 23 settembre 2011